Sagome di carta – Le streghe di Triora – ebook

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Descrizione

Dalla voce di Bianca Maria, sua discendente, riemerge la storia di Angelina Clavenna, una delle streghe di Triora perseguitate nella feroce caccia avvenuta nel 1587. Fatti realmente avvenuti o allucinazioni? Parola dopo parola Cordelia scoprirà che cosa la lega a quel lontano passato.

di Eufemia Griffo

Roma, 1996. La giornalista e fotografa Cordelia Malandri viene inviata a Triora, un borgo nell’entroterra ligure, per scrivere un servizio sulla feroce caccia alla streghe avvenuta nel 1587. Lì conoscerà Massimiliano, un ex insegnante di storia, e Bianca Maria, l’ultima discendente delle streghe di Triora, che le farà rivivere gli eventi di quell’anno drammatico raccontandole della carestia che mise in ginocchio il paese e della quale vennero accusate le donne “sapienti”, additate come “bagiue”, ovvero streghe. Tra le vittime la giovane Angelina Clavenna. La sua storia, il suo amore impossibile per Tommaso Carrega, la prigionia e le torture subite fanno di lei la vera protagonista del romanzo che, pagina dopo pagina, rivela il legame tra Angelina e Cordelia, i fili dell’odio e dell’amore, del passato e del presente che si intersecano fino all’unico epilogo possibile.

Informazioni aggiuntive

Autore

Eufemia Griffo

Pagine ebook

344

1 recensione per Sagome di carta – Le streghe di Triora – ebook

  1. Dora

    Da sempre l’uomo, nei momenti cruciali della propria esistenza, ha riposto speranza e fede in ciò che era sopranaturale. Un rifugio sicuro, che tuttavia, come ogni medaglia, aveva un rovescio: se da un lato il bene, l’amore di Dio, lo proteggeva dalle avversità, l’altro volto era quello del peccato, della lussuria e della tentazione a opera di Satana. Così la prosperità era da imputare alle sfere celesti e le carestie e il dolore alle lusinghe del demonio. Specialmente quando non si avevano altre risorse a cui attingere e la scienza appariva solo come un altro volto del male.
    In queste scie si iscrivono i fatti realmente accaduti a Triora, paese ligure della provincia d’Imperia, dove la nostra storia ha registrato uno dei casi più gravi della caccia alle streghe. Ed è di questo che tratta il romanzo.Una storia che attinge a documenti, testimoniante e fatti realmente accaduti, intrecciandoli con la storia della giornalista Cordelia Melandi, alla ricerca di un nuovo servizio per la rivista per cui scrive.Triora si aprirà come uno scrigno prezioso che custodisce tesori importanti e che non vanno più celati. Come quello che interessò il paese nel 1587 quando la carestia che imperversava nella zona venne attribuita all’opera di alcune donne additate come bazue, o bàgiue, ossia streghe. Donne in realtà innocue, dedite all’arte di guarire con le erbe, di far nascere nuove vite e di interpretare la natura nei sui influssi più reconditi. Eppure su di loro si abbatté il braccio secolare, tanto da portare decine di donne, ma anche ragazzi e fanciulli, a interminabili torture che spesso causarono la loro morte. Non altro che un capro espiatorio, una spiegazione terrena che potesse accontentare e calmare i malcontenti e che non si curò delle vittime innocenti immolate. Cordelia intraprende questo viaggio di approfondimento grazie all’aiuto inaspettato di Massimiliano, giovane esperto di erbe che gestisce un negozio a Triora, dove perpetua l’arte ritenuta satanica più di 500 anni prima. E in questo cammino pieno di sorprese Cordelia potrà ascoltare le parole della discendete di una delle donne vittime della persecuzione del 1587: Bianca Maria le farà compiere infatti un viaggio nel tempo attraverso il racconto delle sue sorelle uccise e torturare per opera dell’inettitudine del podestà e della crudeltà di Girolamo Dal Pozzo, vicario del vescovo di Alberga.

    “Come se le sue parole potessero rendere giustizia alle donne che furono annientate.”

    Storie vere e che appartengono al triste repertorio di vittime che interessò l’Europa in quegli anni lontani dai famosi secoli bui, ma che avevano mantenuto intatto tutto il repertorio di credenze e superstizioni che riversavano sui casi di cui non avevano soluzione.
    Siamo forse abituati a ritenere la caccia alle streghe come un capitolo che non appartiene ai nostri luoghi, alla nostra storia; siamo forse coscienti che molte donne innocenti bruciarono a Salem, in America, lontano miglia e miglia dalla realtà spiccia in cui i nostri antenati hanno vissuto. Triora invece custodisce ancora nei suoi archivi, nelle pareti delle case, nella natura che circonda il paese la memoria di quello che accadde a partire dal 1587. Non si deve vedere l’accaduto come un fatto da iscrivere all’ignoranza dell’epoca, perché molte cause più concrete si celavano dietro a quella caccia alle streghe: si cercava una vittima da additare per distogliere l’attenzione sui casi di cattiva amministrazione, solo che a un certo punto la situazione sfuggì loro di mano e tutti, ma proprio tutti, erano in pericolo da un’accusa anonima che poteva costargli la vita. Bisogna infatti ricordare che sotto tortura le povere vittime confessavano misfatti mai avvenuti, snocciolavano nomi di complici mai avuti e ammettevano i loro rapporti passionali con il diavolo pur di veder cessare tali crudeltà. Confessioni comunque inutili, perché in ogni caso era tacciate di stregoneria e solo il fuoco poteva purificarle come fossero solo sagome di carta, come il suggestivo titolo suggerisce.

    Il romanzo porta a galla una fetta della storia italiana sconosciuta ai più, parla di donne forti, custodi di segreti che appartengono alla terra e che avevano come unico scopo quello di prestare aiuto, con il loro sapere, a cui ne aveva bisogno. Donne schiacciate perché, appunto, innocue e deboli, facile bersagli di un sistema represso e falsamente puritano che non cercava soluzioni, ma solo delle vittime.
    E l’unico modo di rendere loro giustizia, seppur labile, è di non dimenticarle, di farle rivivere attraverso le parole e il ricordo. È la stessa Bianca Maria che lo suggerisce: “Parlate di loro, e fate sapere a tutto il mondo che erano semplicemente delle donne. Fatele rivivere.”

    Un compito che l’autrice Eufemia Griffo ha portato a termine egregiamente, delineando personaggi veri e con una forza incredibile. Una storia di donne, dunque, non streghe che “hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle” come diceva Voltaire.
    Buona lettura.

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