Homo et deus – carta

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COD: ISBN 9788833280455 Categorie: , Tag: , ,

Descrizione

Ci sono grandi domande esistenziali su cui la filosofia dalla notte dei tempi si interroga. Con sette brevi racconti il filosofo Alberto Di Girolamo dà loro una risposta.

Attraverso questi racconti l’autore affronta le grandi domande esistenziali su cui la filosofia si interroga dai tempi dei tempi.
Il primo racconto s’incentra sulla morte e su ciò che accade dopo la morte; il secondo affronta la nascita, il coraggio e il destino; il terzo racconta un’esperienza in bilico tra la vita e la morte; quelli centrali rappresentano una rilettura della storia di alcuni personaggi biblici; l’ultimo affronta il tema della Creazione e la continua lotta tra il Bene e il Male nel corso dell’evoluzione.
Uniti a questi temi principali, i racconti affrontano anche argomenti legati alla psiche e alla natura umana, come il controllo dell’uomo sui suoi aspetti istintuali e feroci, il rapporto con la natura primitiva e selvaggia, il ruolo della donna, le debolezze umane e il rapporto con tutto ciò che in qualche modo richiede un atto di fede.
Sono aspetti questi di una profondità e complessità non da poco, che lo scrittore si sforza di rendere il più possibile comprensibili e valutabili.
Senza mai prendere posizioni ortodosse sugli argomenti affrontati, sollecita invece il lettore a farsi una propria idea, senza particolari condizionamenti.

Informazioni aggiuntive

Autore

Alberto Di Girolamo

Pagine ebook

200

Formato

12×21 – rilegato

3 recensioni per Homo et deus – carta

  1. vito ditaranto

    “Homo et deus”, di Alberto Di Girolamo, Le Mezzelane editore, recensione a cura di vito ditaranto.

    “…Il male, per sua stessa definizione, è quel che personalmente definisco un concetto “di omissione”, con ciò intendendo che è concettualmente non-generato, e dunque vuoto, e si può pensare che acquisisca gli attributi che acquisisce solo in virtù della propria posizione all’opposto del bene. È, per così dire, l’ombra del bene…” (V.I.T.R.I.O.L.-l’Artigliatore, vito ditaranto)

    Non v’è mai nulla che cominci. Pensateci, quando abbiamo avuto inizio?
    Non esiste un primo momento: non v’è parola o luogo da cui nasca la nostra storia o qualunque altra. Tutte le storie si possono fare risalire a qualche narrazione precedente, e alle narrazioni ancora anteriori, via via che la voce narrante si allontana, il legame sembrerà divenire più tenue, perché ogni epoca vorrà che la vicenda venga narrata come se fosse una sua creazione, io la chiamo la rinascita della Genesi.
    Così, ciò che è pagano diverrà santo, ciò che è tragico diventerà risibile; gli amanti si piegheranno al sentimentalismo, e i demoni si ridurranno a giocattoli che cadono improvvisamente da uno scaffale dimenticato in cantina.
    Nulla è fisso. Tutto è in movimento. La vita diviene un altalena, realtà e finzione, intelletto e materia, tessendo trame che hanno in comune una cosa soltanto: il tempo diventerà il mondo.

    Quindi dev’essere arbitrario il luogo dove decidiamo di imbarcarci. Un luogo a metà strada fra un passato dimenticato e un futuro appena intravisto.
    Questo luogo, per esempio. Questo libro di DiGirolamo, per esempio.

    Spesso ci sediamo avvolti dall’oscurità, in luoghi sperduti da qualche parte nell’universo. Amici. Uomini apparentemente impegnati a salvarsi la vita reciprocamente; uomini altruisti; questo almeno è vero se la vita che possediamo ha ancora ricordi sufficienti, tali da non essere toccati dal fuoco.
    Pensa, mentre leggi questo libro, alla legge, all’oscurità, alla storia. Ricordi di terre umide. Ricordi di urla; volti; frammenti lucidi che affiorano dal terreno della memoria.
    Pensieri disordinati.
    Per noi l’oscurità non è una maledizione. Basta sedersi in attesa delle prime luci dell’alba sulle cime degli alberi; protetti, per il resto della notte, dalle luci annientanti di un mondo bianco e pervaso dai gemiti.
    Di Alberto Di Girolamo, avevo già letto “Storie del secolo breve”, ma in realtà ho trovato molte analogie con “Parlando di Dio e altre storie”, di F.G. Paci. In entrambi i testi, gli autori usano l’ironia e la fantasia per raccontare temi molto seri, temi esistenziali che avvolgono ogni uomo almeno una volta nella propria vita. Tematiche in cui viene spesso affrontata l’eterna lotta tra il Bene e il Male. L’autore osserva il Paradiso con i suoi occhi, ricordandomi una grande opera del passato: “Il Paradiso perduto” di John Milton; analizzando il conflitto tra la “Provvidenza eterna” e il libero arbitrio connaturato all’uomo. Nel Paradiso di DiGirolamo si incontrerà Ciccio Spaccamontagne, finito lì per sbaglio a scoprire che l’inferno non esiste. A tratti l’autore nei suoi racconti mi ricorda la filosofia narrata da Luciano DeCrescenzo. Ma la parte migliore dei racconti non è tanto l’ipotesi di cosa ci accende il futuro attraverso il passato, ma l’escamotage narrativo per il quale l’autore, fa un’analisi storico-culturale di tantissimi aspetti dell’uomo, dalle diverse culture alle religioni, dalla morale all’etica, dal dogmatismo al libero arbitrio, dalla libertà all’uguaglianza passando per le infinite sovrastrutture artificiali che esistono solo nella nostra mente e da cui siamo plagiati fin dalla nascita, ai bisogni, paure, necessità, visione della mente umana e della coscienza come una serie di algoritmi biologici complessissimi con implicazioni meccanicistiche e deterministiche.
    Accattivante e sconvolgente il romanzo non stupisce ma lascia il lettore letteralmente incollato alle sue pagine.
    Una raccolta ben scritta. Un libro che scorre velocemente.
    Un libro, essenziale e folgorante, radicato nella vita dell’autore.
    Il ritmo delle ultime pagine è in netta risalita rispetto alle prime, rendendo lo stile veloce, scorrevole e più piacevole in cui l’intreccio diviene più robusto elevando la tensione alle stelle.

    Lo stile di questo scrittore è essenziale, istruttivo e meticoloso, ha saputo ben dosare ogni elemento.

    Una scrittura fluida e diretta, ci accompagna nei vari scenari mantenendo la suspense ad altissimi livelli.

    E’ difficile staccarsi dalle pagine.

    Drammatico, feroce e istintivo questo romanzo vi lascerà senza fiato.
    Libro consigliato e da leggere.

    Ora “Sorridi”. E quando avrai un momento di smarrimento o indecisione, fermati, aspetta e senti il tuo cuore.
    …a mia figlia Miriam con infinito amore…vito ditaranto.

  2. daniela pandozi

    Homo et deus è una raccolta di tanti bei racconti tra i quali: “Ci vedremo in Paradiso”, ” La luce della vita”, “La scelta di Adamo”, “La vera storia di Caino” e altri, di Alberto Di Girolamo edito da Le Mezzelane. Rimango sempre ammirata dalla grande abilità di Alberto, di affrontare temi ed argomenti complessi e profondi con semplicità e, al bisogno, anche portando il lettore a sorridere divertito di quello che accade ai protagonisti delle sue storie. E così il lettore si ritrova a riflettere sui grandi misteri della vita, sui quali da sempre l’umanità si è interrogata, scorrendo veloce le pagine dei suoi racconti e divorandone uno dietro l’altro. E ci si ritrova in Paradiso con Ciccio Spaccamontagne, finito lì per sbaglio a scoprire che l’inferno non esiste o nel paradiso terrestre con Adamo ed Eva sempre alle prese con la solita mela fino ad arrivare alla vera storia di Caino ed Abele. Ma di questo preferisco che sia l’autore a raccontarlo, con le sue parole. Certo che, rifletto, se insegnava come scrive, Alberto di Girolamo deve essere stato uno di quei professori che hanno saputo far amare lo studio ai suoi alunni! Mi sarebbe piaciuto imparare la filosofia alla sua scuola! Insomma: Homo et deus va letto assolutamente !!!!!

  3. Renato Maria Luigi Ghezzi

    Sette racconti che usano l’ironia per parlare di grandi temi: la creazione del mondo, l’origine dell’uomo, l’esistenza di Dio e dell’Aldilà.
    Tutto è visto da una prospettiva diversa rispetto a quella cui ci hanno abituati secoli di tradizioni religiose e ci fanno nascere la domanda: “Se fosse davvero come racconta Di Girolamo?”
    Alberto di Girolamo tratta le grandi domande dell’uomo con uno stile chiarissimo, nel quale, a tratti, mostra la sua grande cultura e preparazione. I racconti sembrano nati dalla pura fantasia, ma credo nascondano una lunga ricerca e una profonda riflessione.
    I finali sono magnifici: arrivano al punto di svolta, dal quale si scorge la conclusione, e ci lasciano lì, a terminare da soli il tragitto, stimolati a riflettere.
    Questo credo che sia il maggior pregio del libro: con leggerezza, ci guida alla riflessione, ci apre le porte del pensiero.

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