Descrizione
Se Laura è Medusa, Marco è Perseo? Oppure lo è Golan?
Chi, degli uomini che, come api impazzite, circondano Laura, ha impugnato il coltello che l’ha uccisa?
Ciascuno di loro ha un movente, ciascuno di loro odia le donne.
Marco si sveglia in un letto d’ospedale in gravi condizioni e non sa come c’è finito. Sente un dottore e un poliziotto accordarsi sui tempi dell’interrogatorio, perché lui, il paziente, non è ancora fuori pericolo. Marco non ricorda nulla, ha come un buco nero nella testa: se chiude gli occhi, vede solo rosso. Sa di essere stato a Milano a cercare lavoro – aveva un’impresa, ma è fallita – e di aver ripreso il treno e ricominciato a bere, dopo l’umiliazione dell’ennesimo colloquio.
Non sa però che sua moglie Laura, gravemente ferita, è in coma e che la polizia sospetta di lui. Solo la figlia maggiore, Zoe, crede alla sua innocenza. Zoe lascia la famiglia e il lavoro a Berlino per venire a Roma dei genitori. Partecipa con ostinazione alle indagini della polizia e scopre progressivamente intorno a sua madre un mondo di uomini che odiano le donne. Ognuno con il suo movente.
Lidia Borghi –
L’odio per le donne è il vero protagonista di un romanzo che la sua autrice, Daniela Mencarelli Hofmann, ha dedicato al corpo violato delle donne e alla violenza di genere.
Marco si risveglia in ospedale con una ferita nell’addome. Laura è in coma. Chi li ha conciati in quel modo?
Laura e Marco si conoscono durante una manifestazione. Quello che scoppia tra loro è un amore travolgente, frutto di “un’attrazione magnetica”, come scrive l’autrice.
Tre le voci narranti del romanzo, Marco, Zoe, la figlia maggiore della coppia e Golan. Tre persone, tre prospettive diverse che, grazie alla capacità della scrittrice di approfondirne il profilo psicologico, guidano chi legge alla scoperta del loro modo di essere.
Un po’ defilato, ma neppure poi tanto, si trova Martin, il marito di Zoe, un narcisista patologico che esercita su di lei una sottile violenza psicologica, quella che non lascia segni sul corpo, ma che li imprime, indelebili, nella psiche. È come se i carnefici fossero tre e le vittime due, ma la tragedia ha investito anche la piccola Giulia, la sorella di Zoe, colei che ha trovato i genitori in un lago di sangue. In cucina. Con un coltello a pochi centimetri dai loro corpi.
In un efficace alternarsi di presente e di ricordi, i tre personaggi offrono al lettore e alla lettrice molti spunti per delinearne l’atteggiamento verso la vita.
Chi vorrà scoprire come va a finire L’ombra di Perseo, potrà farlo leggendo un romanzo che è un piccolo gioiello scritto da una donna che ha una grande capacità di sintesi e una proprietà di linguaggio che ne fanno un’autrice apprezzabile e ricca di significati.