Descrizione
Le iguane non mi turbano più:
pensavo alla loro coda
e al mio collo
e alla morte.
Però una di esse mi sorrideva
-i gringo sicuramente pensavano alla giunga-
(ma era solo un parco)-
di Dina Bellrham
Traduzioni e note a cura di Lorenzo Spurio
Questa pubblicazione, voluta e curata dal critico letterario Lorenzo Spurio, rappresenta la prima vera opera di traduzione in una lingua straniera della corposa opera della giovane poetessa ecuadoriana Dina Bellrham (e la prima versione in italiano), scomparsa prematuramente nel 2011. La poesia della Bellrham è sospesa tra un fosco presentimento della morte – quasi un dialogo continuo con l’oltretomba – e una tensione amorosa per la vita, la famiglia e la quotidianità dei giorni della quale, pure, non manca di mettere in luce idiosincrasie, violenze e ingiustizie diffuse. La critica ha parlato di una sorta di nuovo Barocco per la sua poesia dove coesistono terminologie specialistiche della Medicina e squarci visionari che fanno pensare al più puro surrealismo. Entrare in una poetica così magmatica e a tratti scivolosa per cercarne di dare una versione nella nostra lingua non è compito semplice, dal momento che la poetessa coniò – come il critico Siomara España annota nello studio preliminare – un suo codice linguistico particolarissimo, inedito, personale e multi-stratificato. Eppure è un tentativo sentito (e in qualche modo doveroso) frutto di quella “chiamata” insondabile che non si è potuto eludere.
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