Descrizione
Un turbinio di versi su una barca a vela in mezzo al mare. Una poetica che avvolge, stravolge, penetra.
Il corpo della poesia, la poesia che viene dal corpo, dal sangue che pulsa, dai polmoni che respirano, dai nervi che si tendono come frecce per scagliare sulla carta le loro lettere, le loro parole, le loro frasi.
Questo si sente nella poesia di Susanna Benigni, non un astratto vagheggiare di cieli, cuori e amori ma una carnalità penetrante che non si limita a gratificare la vista ma che affonda la sua lama di versi nella carne viva del lettore.
In questa narrazione poetica Susanna non è certo Penelope che sta lì ad aspettare il ritorno del suo eroe ma si trasforma in sirena, non canta ma incanta e scrive dei versi così musicali che aspettano solo di diventare canzone o romanza o urlo di amore disperato.
Leggendo i suoi versi ogni donna si sente sirena e ogni uomo marinaio: ognuno può vivere una propria personale Odissea. (dalla postfazione di Francesco Burroni)
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