Esistenze proibite – carta

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15,90

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COD: ISBN 9788833280578 Categorie: , Tag: , , , ,

Descrizione

Adam, Traxebru, Aneta. Tre figure borderline destinate a un’esistenza esaltante e a una morte tragica, simboli di una società perversa in cui gli eroi bruciano come lampi di magnesio

Il tormentato, torbido e viscerale rapporto di Adam con il sesso femminile: l’indole di questo ragazzo borderline della Milano bene, in bilico tra il bene e il male sin dalla sua infanzia, innesca una serie di eventi che marchieranno a fuoco lo scorrere della sua vita. Una narrazione di esperienze spudoratamente uniche, intrise di una deviata e algida ginofilia legata a doppio filo all’egocentrismo e alla venalità del protagonista; sesso, perversione, mistero, soprannaturale, denaro, motori, avventura, arte, poesia e morte: tutto si fonde in una perfetta miscela che avvince e rapisce. Si può sicuramente affermare che in questo libro esistono due protagonisti, profondamente diversi a livello caratteriale, le cui vite si fondono assieme per creare una unica esistenza ricca di forti emozioni, obiettivi ambiziosi e traguardi raggiunti. I dialoghi tra i due protagonisti dell’opera, Adam e Traxebru, stigmatizzano al meglio la loro comune spietata visione della vita e della società, dosando al meglio lessico aulico ed espressioni taglienti. A loro si affianca una meravigliosa piccola Dea, autistica e sensitiva: Aneta, con la sua impressionante purezza e la sua eterea presenza, sovralimenterà quel motore emozionale che li farà viaggiare sempre più velocemente verso facili successi economici, ma anche inquietanti e sconvolgenti vicende, per poi volgere a un drammatico e sconcertante epilogo.

https://www.youtube.com/watch?v=W9XOJJEfZ4c

Informazioni aggiuntive

Autore

Paolo Bertulessi

Pagine ebook

288

Formato

15×21 – rilegato

1 recensione per Esistenze proibite – carta

  1. vito ditaranto

    Spesso quando apro un libro e mi aspetto qualcosa di grande, io viaggio tra le nuvole. Come il giorno in cui nacque mia figlia Miriam e lo guardai per la prima volta, immersa nella calma felice di coloro che non sanno ancora bene in quale specie di posto sono arrivati, mi venne voglia di mettermi a correre e di non fermarmi fino alla fine del mondo… I ricordi che nella vita vivi nel silenzio sono quelli che non smettono mai di perseguitarti.

    Ci sono persone, purtroppo, che sono destinate a non trovare mai un posto nel mondo, condannate alla continua ricerca di qualcosa che le completi, le soddisfi, le appaghi. Ma è una ricerca inutile, un’impresa vana, come quella raccontata da Paolo Bertulessi.

    “…Adam e Milano: un maschio e la sua città uniti, in sinergia, in una vita pregna di intense sensazioni e percezioni, ma anche colma di una spietata quotidianità; da debellare, secondo lui, con qualsiasi mezzo…”

    Adam costretto ogni giorno a spingere il medesimo sasso su per la montagna. Il sasso di Adam altro non è che il suo egocentrismo, la sua sensazione di sentirsi onnipotente. Anche Traxebru e Aneta sono prigionieri dello stesso sasso. Prigionieri delle loro illusioni, della voglia di evadere, del loro disprezzo per la vita comune. E anche loro, ogni volta e per l’eternità come Adam, devono ricominciare da capo la loro scalata senza mai riuscirci.
    Inizia così questo romanzo di Bertulessi che mette in scena le scelte, i sogni, i drammi e le delusioni di tre ragazzi, Adam, Traxebru e Aneta, le cui vite sono destinate a rimanere intrecciate, nonostante la risacca del destino. Tre personalità sopra le righe, incapaci di adattarsi a un copione prestabilito, sullo sfondo una Milano famelica, che brucia le aspirazioni e si inchina ai rampanti senza pelo sullo stomaco.
    Come è ridicolo il mondo, me lo chiedo spesso. È ridicolo. Pensiamo di essere i padroni delle nostre vite, e non è vero. Le uniche cose che possiamo controllare sono marginali, rispetto al resto. Ti fa ridere, ti fa piangere, se solo riesci a vederti da una minima distanza. Ti fa venire voglia di muoverti, staccarti di dosso tutta questa lacca di autocompassione.
    Le disgrazie, così come le gioie, vengono sempre a tre per volta: non vengono mai da sole. Tre protagonisti, tre anime, tre storie, tutti diversi tra loro eppure accomunati dal desiderio di una vita diversa, non comune, fatta di sogni e delusioni.
    Un libro che celebra la voglia di ribellarsi, di inseguire i propri mostri, non importa dove. Un inno, prima di tutto, all’amicizia, non quel sentimento comodo dove tutto è sicurezza e prudenza, ma quella feroce, che ti mette a nudo, ti spinge ad osare, ti regala il coraggio di essere “vero”. L’unico sentimento capace di non farti sentire mai solo. Io spesso mi sento solo e questo romanzo a messo a nudo questa mia ossessione. E quando tutti i giorni diventano uguali è perché non ci si accorge più delle cose belle che accadono nella vita ogniqualvolta il sole attraversa il cielo.
    È facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno che attende qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città come Milano. E quando persone s’incontrano e i loro sguardi s’incrociano, tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza. E ci si rende conto che tutte le cose, sotto il sole, sono state scritte dalla stessa mano del destino, la mano che risveglia perché se tutto ciò non esistesse non avrebbero più alcun senso i sogni. E Aneta è la mano che risveglia l’inquietudine di Adam e Traxebru.
    Dei tre personaggi principali solo uno è capace di dare una svolta alla vita degli altri due: Aneta. Una ragazza autistica e sensitiva che con la sua purezza farà viaggiare l’anima degli altri due ragazzi verso il successo per poi cadere già dalla montagna come quel sasso che inutilmente cercavano di portare in cima. Questo libro rappresenta un viaggio nella consapevolezza della propria interiorità ed esteriorità. Una favola all’apparenza semplice, ma al tempo stesso molto profonda e tra le sue parole si risvegliano le emozioni dell’autore. Per alcuni lo stesso Bertulessi potrebbe non esistere ma io l’ho ritrovato tra queste pagine, è l’incarnazione del lato oscuro dello stesso protagonista, delle sue rabbie più nascoste, dalle sue paure più nascoste, dalle sue incertezze più nascoste, un testo nato dal suo animo più profondo, un golem nato per annientare tutte le incertezze dell’uomo. Il male inteso come la rabbiosa paura di affrontare la vita. Il male che non ci fa dormire la notte, quello che subiamo ogni giorno e che non ci fa dormire quando cala il buio. Il male che ci fa più paura non è forse quello che alberga nel nostro animo?
    Nel romanzo comunque non manca lo spessore morale ben descritto e raccontato: la verità alla fine si svela; è quindi inutile cercare di architettare piani per i propri fini.
    Il racconto in sé rappresenta lo sviluppo dell’uomo in stati sempre più elevati, più vari, lontani, più larghi, tendenti ad altezze ignorate, in breve la ricerca dell’elevazione dell’uomo alla continua ricerca di un identità, l’incessante trionfo dell’uomo su se stesso per adoperare in senso super morale una formula morale.
    Nella trama non mancano momenti di puro sentimento. A volte l’atmosfera diviene surreale mischiandosi a sentimenti tipo rancore, rabbia e gelosia esasperando gli stessi e portandoli in una dimensione fuori dall’ordinario dove la logica non ha più senso.
    E’ un bellissimo libro. L’autore ha la capacità di sorprendere e stupire. Un libro ben scritto, l’attenzione del lettore è sempre tenuta viva. L’azione si mescola alla suspense o a momenti di riflessione dei personaggi, tutti piuttosto ben delineati. Il principale pregio di quest’opera è che tra un nodo di trama e quello successivo c’è sempre tempo per metabolizzare l’evoluzione della storia.
    La lettura è fluida e la trama scorrevole: non si ha la minima difficoltà a riprendere il filo dopo una pausa.
    La storia è intrigante e misteriosa ma mai incomprensibile.

    “-…“Semperiuvenis”… per sempre giovani… E quando esso scomparve, forse non tutto era finito…”

    Il mio viaggio tra le nuvole è stato bellissimo dopo la lettura di questo romanzo.
    Un libro da non perdere.

    Ora “Sorridi”. E quando avrai un momento di smarrimento o indecisione, fermati, aspetta e senti il tuo cuore.
    …a mia figlia Miriam con infinito amore…vito ditaranto.

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