Descrizione
Anni ‘60. A una maestra di scuola elementare viene assegnata una cattedra a Palazzo di Arcevia. Così, portando con sé il figlio di pochi anni, lascia Ancona per quel paesino ai piedi dell’Appennino.
La vita semplice del paese entra subito nell’animo del piccolo Stefano e della mamma: quell’ambiente del tutto diverso da quello a cui sono abituati è di sicuro più libero, ma per molti versi più complicato. Devono infatti imparare a preparare i pasti sulla cucina economica e a vivere senza riscaldamento, con il prete e la monaca per riscaldare il letto.
La gente semplice del luogo, però, li prende subito in simpatia, e il piccolo Stefano si fa presto alcuni amici, con i quali vive avventure che in città non avrebbe mai potuto avere.
Impara a scendere con i “carioli” lungo le vie liquide del paese, con i sacchi di plastica sulla neve, e partecipa le prime feste di paese, dove bastano due semplici musicisti contadini e un violino per festeggiare un capodanno.
La mamma e il piccolo si innamorano profondamente di Palazzo e della sua vita semplice, tuttavia, quando ormai si sono perfettamente adattati, sono costretti a ritornare in città.
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