Descrizione
La neve dell’inverno copre i tetti del villaggio di Salem. Alla poca luce delle candele due giovinette recitano formule per conoscere il loro futuro. Chi risponderà alle loro invocazioni?
Benché assurda, paradossale e drammatica, questa è una vicenda realmente accaduta. Nel 1692 nel villaggio di Salem, contea di Essex, Massachusetts, per un concorso di ragioni che spaziavano dalla difficoltà di piegare quel territorio alle necessità di coloro che vi si erano insediati scacciandone la nativa popolazione di pellerossa, alla siccità, alle terribili invasioni di locuste, al vaiolo, endemico ed epidemico, supportate dal bigottismo e dalla superstizione di una popolazione che ovunque vedeva l’opera del demonio, si produsse un’autentica caccia alle streghe. I coloni erano infatti puritani, osservanti in maniera letterale di quanto sta scritto nelle Sacre Scritture. In quell’atmosfera, per la poco edificante voglia di scherzare di alcune giovinette, si cominciò a parlare di streghe e presto l’intera contea ne sembrò invasa. In un crescendo di fanatismo, 144 persone vennero incriminate, 54 di esse finirono col confessare di essersi associate col maligno, 19 vennero impiccate e una morì per schiacciamento del torace. Questi i numeri che la storia ci racconta, storia da ricordare come esempio di dove possano portare la rigidità religiosa, la meschinità, l’ipocrisia e il rancore.
Francesca Mereu –
Siamo nel diciassettesimo secolo.
Salem è un piccolo villaggio, dell’attuale Massachusetts, abitato da coloni inglesi seguaci del puritanesimo. I coloni ambiscono a realizzare in terra il disegno che, secondo loro, il Signore aveva in mente quando creò il giardino dell’Eden. Giustificano la violenza usata per sottrarre le terre ai pellerossa dicendo che loro sono il popolo scelto da Dio per liberare quelle terre dall’influenza del maligno.
Impostano la loro vita osservando alla lettera le Sacre Scritture: danze, musica, scherzi, sorrisi, o qualsiasi tipo di divertimento che allontani da Dio sono proibiti a Salem. Le uniche attività ricreative della comunità sono la preghiera e la lettura delle Sacre Scritture.
Ma nonostante la fede in Dio e le preghiere, le sciagure nel villaggio non si fanno aspettare: prima arriva la siccità, poi una terribile invasione di locuste e il vaiolo, poi ancora incendi e altre calamità… La popolazione vede in ogni disgrazia l’operato del demonio. Anzi, a Salem, sembra che il maligno sia sempre in agguato per sovvertire il sogno degli abitanti.
Ed ecco che agli inizi del 1692 un gruppo di giovinette inizia a comportarsi in modo strano. Interrogate dagli adulti, le giovanissime sostengono di essere possedute dal diavolo e accusano diverse donne del villaggio di averle stregate. Nessuno mette in dubbio la loro credibilità e a Salem iniziano subito la caccia e i processi alle streghe: 144 persone vengono incriminate, 54 confessano di essere al servizio del diavolo e 19 vengono impiccate. Un uomo muore invece per schiacciamento. Salem è in preda a un’incontrollabile isteria collettiva: tutti accusano tutti, tutti sospettano di tutti.
Bruno Sebastiani è riuscito a trovare un modo interessante e coinvolgente per raccontare questo triste episodio della storia americana. Ne “Le Streghe di Salem,” l’autore ci fa vedere, sentire ogni singolo personaggio. Ci fa capire la mentalità del villaggio e come si è arrivati all’illusione di vedere streghe dappertutto.
Le descrizioni dei processi sono così vive, accurate che sembra di trovarsi lì seduti in prima fila in mezzo agli abitanti del villaggio e sentirli gioire o stupirsi per l’ennesima donna accusata di essere una strega. Nessuno si pone domande. Il lettore rimane affascinato e impaurito allo stesso tempo perché un’isteria del genere (basta leggere i giornali) anche oggi non è da escludere.
La storia di ogni singolo imputato è raccontata con dovizia di particolari. Emerge il carattere della persona. I dialoghi sono così ben ricostruiti da sembrare reali.
A leggere questo romanzo si sente l’enorme lavoro svolto con le fonti e viene da chiedere all’autore quanto tempo ha impiegato a documentarsi per scrivere il libro.
Un ottimo lavoro davvero!