Descrizione
Un tentato suicidio, un Santo Graal di psicopillole e infine il risveglio in uno strampalato ospedale psichiatrico, le cui brutture diventano per il protagonista lo specchio delle contraddizioni della società contemporanea, senza dimenticare che, in fin dei conti, “il suicida è qualcuno che, fino all’ultimo, ha immaginato un finale diverso”
di Michela R.
In un appartamento al dodicesimo piano di un palazzo color marrone, un uomo tenta il suicidio ingurgitando un intero Santo Graal di psicopillole. Lo fa perchè vede la sua vita come un susseguirsi di fallimenti: vive solo dopo che tutte le sue storie sono naufragate; lavora in una copisteria gestita da un pedofilo polacco; da anni è in cura, senza successo, da una psicologa freudiana; è dipendente dal provocare risse nei bar. Qualcosa non va per il verso giusto, però, perché si risveglia all’interno di una struttura psichiatrica. Le brutture e le contraddizioni di quel luogo diventano per lui lo specchio della contemporaneità tutta: una società fatta di hashtag selvaggi e selfie strategici, in cui il benessere passa attraverso l’assunzione di psicopillole, programmi per assopire la coscienza e filosofie orientali a buon mercato.
Scritto con un fine umorismo che lo accomuna a “Piccoli suicidi tra amici”, di Arto Paasilinna, il testo accompagna il lettore verso la sua sorprendente conclusione, perché, in fin dei conti, “il suicida è qualcuno che, fino all’ultimo, ha immaginato un finale diverso”.
Eugenio Nascimbeni –
Ci sono libri che leggi e che poi riponi nello scaffale, reale o virtuale che sia, senza che ti abbiano lasciato addosso alcuna sensazione.
Non è questo il caso.
Ci sono autrici che fingono di sapere come si scrive, ma che non scrivono affatto, semmai scopiazzano plot attinti dalle più banali serie televisive.
Non è questo il caso.
Michela Erre sa il fatto suo. Impugna la penna come una scimitarra e lascia il segno del suo passaggio.
Scrittura ricca, singole parole e intere frasi studiate con cura, ma che sono certo siano uscite di getto e con immediatezza per confezionare una storia che fa dell’irriverenza il suo punto forte.
Una girandola di personaggi ritratti con sapienza e ironia davvero uniche: sullo sfondo Bukowsky e un po’ di Mike Ness.
Uno dei più bei libri in cui mi sono imbattuto di recente.
Lettura consigliata, consigliatissima.