Descrizione
I versi di Colacrai traggono linfa dalla dimensione della storia di un genere umano che sembra aver smarrito le sue insegne e crocifigge gli angeli cui è toccata la stimmata della non conformità alla massa. […] È una poesia in cui si può persino avvertire l’odore della pelle (ma anche del sole della neve del sangue) così come il tanfo delle prigioni in cui si consumano agonie silenziose. Il verso a tratti si dilata facendosi narrazione; rifugge la cantabilità ma ha una sua musica tutta interiore che il lettore attento avverte distintamente. Le immagini germinano le une dalle altre, mai scontate; alcune si imprimono nella memoria. […] Se questa silloge – alle porte dell’autunno – ci inchioda alle tante croci di cui ignoriamo l’esistenza – e da cui molti non si sentono toccati – la sua è anche una poesia in cui percepisci la forza della speranza, nell’auspicio che ci siano figure come quel padre-professore quasi sulla soglia della raccolta, “con il coraggio che bruciava come un’instancabile stella cometa”.
(Dalla Postfazione di Gianni Antonio Palumbo)
Disponibile anche in ebook
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