Graziella Cocilova

Graziella Cocilova nasce nel 1982 a Jesi e vive ad Apiro, un tranquillo paesino in provincia di Macerata, ai piedi del Monte San Vicino. Dopo aver conseguito il diploma di maturità classica, si laurea in Scienze della comunicazione all’Università degli studi di Macerata. Sposata, ha una bimba di quasi tre anni.
Durante il suo percorso lavorativo intraprende mestieri assai differenti tra loro: da operaia metalmeccanica a impiegata in un’agenzia per il lavoro, da magazziniera in un maglificio a benzinaia. Tali esperienze, le proprie vicissitudini familiari, il suo stesso divenire e ciò che percepisce accaderle intorno costituiscono la terra buona per il germogliare di un racconto, di un romanzo, di una poesia. Fin dall’adolescenza scrivere è per lei sia libertà creativa, sia liberazione e sublimazione delle proprie emozioni. Relativamente alla sua scrittura riferisce che, a momenti, essa rappresenta un’esigenza, un’urgenza; altre volte, invece, è come ricamare e ci vuole pazienza, cura per i dettagli, dedizione perché si ottenga un’armonica tessitura.
Il piacere della scrittura è alimentato da quello per la lettura, specie di opere italiane e straniere a cavallo tra Otto e Novecento, vivace epoca di rivoluzioni artistiche e sociali. La appassionano il buon cinema, i viaggi e ama disegnare e dipingere.
Ha partecipato ad alcuni concorsi letterari come il Raduga e il Città di Como e ha inviato un racconto dal titolo Il suo arrivo a Io Donna, il femminile de Il Corriere della Sera, per il Concorso #ioeilmioinverno.
Esordisce con Io te e le patatine – La banalità del superuomo, edito da Le Mezzelane Casa Editrice, una raccolta di racconti dal tono semiserio sul qualunquismo dilagante e sulla sensazionale superficialità che caratterizza la società in cui viviamo, per cui l’unica via di salvezza sembra essere il risveglio delle coscienze sopite.

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