Storie del secolo breve – carta

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Descrizione

Nell’arco di quasi un secolo quattro storie prendono vita sullo sfondo siciliano, dipanandosi tra le sciare, la campagna e le spiagge.

Nell’arco di quasi un secolo quattro storie prendono vita sullo sfondo siciliano, dipanandosi tra le sciare, la campagna e le spiagge. Con un linguaggio a tratti folcloristico l’autore narra il fidanzamento di Paolino e Rosaria, combinato com’era in uso all’epoca, e ci mostra il mondo dei cavatori di pietra, un lavoro duro e di certo poco gratificante.
Così come non dà gioie la realtà del contrabbando: a testimoniarlo è Tano che dovrà attendere un bel po’ per vedere il suo bambino. L’incoscienza – o cattiveria? – della gioventù senza svaghi cambia la vita di Vito detto l’asino fino all’epilogo più triste.
E per ultimo, piccola perla psicologica sulle umane debolezze, assistiamo al subdolo sfruttamento della donna da parte di chi dovrebbe amarla. Fatica e sudore, poche gioie e un afflato poetico che ora commuove ora fa nascere un sorriso aleggiano tra le righe dal sapore verghiano, dove la vita non è certo facile, ma la speranza di un futuro migliore resta sempre viva.

Informazioni aggiuntive

Autore

Alberto Di Girolamo

Pagine

192

Formato

15×21, rilegato

2 recensioni per Storie del secolo breve – carta

  1. vito ditaranto

    Esistono tempi in cui la realtà si fa troppo complessa per la Tradizione Orale. Ma la Leggenda le conferisce una forma attraverso la quale pervade il mondo intero.
    (Alphaville-JEAN-LUC GODARD)

    Ci sono messaggi che dividono, racconti come quelli che vi accennerò nelle prossime righe che vorrebbero parlare a tutti, ma quasi per condizioni di esistenza arrivano solo a metà e l’altra metà della storia siete voi lettori.

    Le storie vere o verosimili come queste non possono scalfire la scorza di chi si è già fatto un’opinione, di chi ha già in mente schemi e categorie sociali in cui incastonare tutto ciò che gli si presenta davanti. Stiamo parlando della vita reale incasellata perfettamente in un libro.

    Dopo aver letto questo romanzo i viaggi nel tempo dilagheranno in letteratura e nelle altre forme di narrazione, ma sempre dovranno confrontarsi con lo spaesamento e la vertigine di un tempo differente sotto il quale, il più delle volte, si cela il presente stesso. Questo è lo spirito di questo libro.

    La narrazione come in film reale vi porterà indietro come se oggi fosse ieri.

    “…respirai, strinsi i denti, impugnai con ambo le mani la leva di partenza e la spinsi…” (Time MachineH. G. Wells).

    Da sempre le pagine di romanzi, poemi e cronache risuonano dei passi di una folla di viaggiatori: eroi omerici che vanno in guerra o peregrinano per mare; poeti che si addentrano negli Inferi; mercanti curiosi che raccontano i loro viaggi; cavalieri impegnati in imprese che vanno molto al di là della loro portata; sposi promessi costretti a lasciarsi.

    Tutti hanno in comune il fatto di essere diretti a una meta: un luogo, uno scopo o uno scopo che coincide con un luogo o un bisogno. Non importa che il luogo esista oppure no, non importa che il bisogno esista oppure no.

    C’è un solo viaggio che noi umani in carne e ossa non siamo ancora riusciti a fare: quello di tornare indietro nel tempo, un viaggio verso un altrove che non è solo un luogo, ma anche, e soprattutto, un tempo. Un tempo diverso, lontano dal presente decine e decine di anni.

    Alberto Di Girolamo con il suo libro “Storie del secolo breve”, riesce in questo, riportandoci magistralmente all’inizio dl XX° secolo.

    Il viaggio in questo libro resta una vertigine mentale e come tale è un potente, e quasi inesauribile, motore creativo che ha fatto, e fa, partorire le storie narrate.

    L’autore è in grado di creare un fertile humus per gente dotata di immaginazione.

    Proprio per il suo estremo fascino creativo saremmo portati a credere che esistano narrazioni come queste che io definirei reali.

    D’altronde, le situazioni narrate sono quasi uniche e credo non si trovino nemmeno nel patrimonio mitico e leggendario, che è il bagaglio principale dal quale scrittori e poeti dell’antichità attingevano le loro storie. Insomma, definirei Alberto Di Girolamo uno scrittore e un poeta di altri tempi.

    Alberto Di Girolamo vi farà conoscere la realtà degli uomini che si spezzano la schiena per estrarre pietre da costruzione. Vi farà conoscere i loro sentimenti più profondi, vi farà capire cosa è l’ingordigia, l’invidia, la vendetta, sentimenti che tutti conoscete bene, ma che difficilmente ammetterete di avere. Vi farà capire gli errori commessi per amore. Vi accompagnerà tra i contrabbandieri. Vi farà commettere gli stessi errori dei protagonisti. Tutto questo e molto dippiù è narrato in maniera ineccepibile dall’autore.

    I dialoghi tra i vari personaggi sono spontanei e veri come quelli che si fanno in barberia sulla guerra in Libia, veri e propri pettegolezzi, che ravvivano la narrazione.

    Fin dalle prime pagine “Storie del secolo breve” si dimostra un romanzo diverso dai soliti lavori di genere. In primo luogo per il ritmo ampio e posato, che si snoda attraverso luoghi ed episodi intrecciati con intelligenza. Poi per il linguaggio ricercato, che dimostra un’attenta programmazione del lavoro e un alto livello professionale. E infine per l’atmosfera, che scaturisce da una raffinata ricostruzione di culture e di affreschi d’ambiente, descritti con precisione.

    L’aria che si respira è quella dei grandi best seller, dei capolavori capaci di grande presa sul pubblico, letterariamente godibili, frutto di un accurato lavoro preparatorio, di studi e ricerche non occasionali.

    La narrazione porta il lettore ad andare fino in fondo al romanzo senza interruzione alcuna.

    Così come sublimi sono i sobbalzi spazio-temporali che l’autore crea in maniera ineccepibile e che rendono la narrazione stessa più interessante.

    Leggendo questo libro vi ritroverete sicuramente dentro un sogno, il Sogno della Coscienza. Sarà come essere dentro una Proiezione Olografica, la proiezione della Coscienza.

    In poche parole è un libro da non perdere.

    Ora “Sorridi”. E quando avrai un momento di smarrimento o indecisione, fermati, aspetta e senti il tuo cuore.
    …a mia figlia Miriam con infinito amore…vito ditaranto.

  2. daniela pandozi

    Dopo “Il treno del successo” non ho potuto fare a meno di leggere anche questo. Quattro racconti, tutti e quattro toccanti, fino ad arrivare all’ultimo che, forse perché sono una donna mi ha lasciato lì, quasi smarrita…Mi piace il tuo stile, la tua capacità di raccontare le amarezze delle vita con umanità, senza però dimenticare di sorridere un po’.

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