Descrizione
Milano, anni Sessanta. Dopo la morte del marito, Lalla riesce finalmente a concedersi un po’ di libertà. I figli, però, preoccupati dall’emorragia economica, riescono a confinarla in una casa di riposo per attempati benestanti. Lei, però, mette in atto mille bizzarre strategie per tentare l’evasione. Ci riuscirà? Viva la vita!
Nella Milano degli anni Sessanta, Lalla, al secolo Mafalda Malinverni, un’attempata signora ancora piena di vita e vitalità, vive una seconda giovinezza dopo la dipartita del marito marito, uomo oppressivo e dispotico. Lalla è una pittrice, una donna intelligente e piena di voglia di vivere che, finalmente, può concedersi la libertà di condividere con chi le piace un viaggio, un vernissage, un soggiorno nella sua amata Costa Azzurra. Preoccupati dall’emorragia di denaro dal conto corrente, i suoi figli, Pierfederico e Carlotta, riescono con l’inganno a convincerla a ritirarsi a Villa Cozzi, una residenza nobiliare sul lago di Como riadattata a casa di riposo per attempati benestanti. Il carattere ribelle di Lalla non l’aiuta nella convivenza con gli strampalati coinquilini e lei, con la sua inarrestabile verve, mette in atto mille bizzarre strategie per tentare l’evasione, portando lo scompiglio nella vita tranquilla e abitudinaria degli ospiti. Ci riuscirà? Viva la vita!
Renato Maria Luigi Ghezzi –
Lalla è una signora anziana ma piena di vitalità, che vive tra le sue amiche e i suoi quadri nella Milano del 1960. I suoi figlioli, il gelido Pierfederico e la timida Carlotta, decidono di rinchiudere in una villa per anziani sul Lago di Como, per motivi economici.
A Villa Cozzi, Lalla incontra un gruppo di ospiti bizzarri e fastidiosi, che non la mettono certo a suo agio. In lei si risveglia lo spirito di ribellione e, grazie all’arrivo di donna Fanny… lasciamo il seguito nel mistero.
Lalla è un personaggio vivace e indomito, con punte di sagace ironie e momenti di nostalgia e dolcezza. Il libro è pervaso da questi due motivi che si intrecciano nei momenti più impensati. La vita in villa dà modo a Stefania di dipingere la vita dell’Italia nel 1963, vista da persone anziane che alternano la meraviglia per il nuovo con l’anacronistica nostalgia per il passato, intrisa da punte di insensatezza senile. Un bellissimo ricordo per chi, come me, l’ha vissuta, una scoperta per chi l’ha solo sentita raccontare.
La grande capacità dell’autrice è quella di caratterizzare questa varia umanità in tutti i suoi aspetti: ogni singolo personaggio è ben delineato nelle sue peculiarità, e il lettore lo riconoscerà al solo modo di camminare, o alla prima parola che proferisce.
Dietro al suo apparente cinismo, Lalla ci regala un messaggio importante: mai abbandonare la speranza e la fiducia in se stessi. Lalla è l’esempio vivente del fatto che la vita non è finita finché non è finita. Viva la vita!