Descrizione
Sugli scaffali di mezza Italia, Luigi Diamante è una certezza: “La Carezza della Morte” rimane un best seller, mentre il suo secondo romanzo – troppo lontano dal genere che l’ha consegnato al successo – langue in un silenzio imbarazzante. In preda al blocco dello scrittore, con l’editore che preme per un nuovo capolavoro e la carriera appesa a un filo, Luigi accetta l’incarico più rischioso della sua vita: raccontare la vera storia di Demetrio Avolfi, un serial killer condannato per due atroci delitti, ora in semilibertà come archivista di biblioteca.
Tra le mura spoglie del carcere e l’intimità gelida di uno studio, nasce “L’immagine malvagia”: un memoir in prima persona che promette di scalfire le coscienze e svelare i segreti più oscuri di un uomo che la società ha già bollato come “irredimibile”. Quando Avolfi sparisce misteriosamente, la pressione mediatica si fa insostenibile e Luigi si trova a dover scegliere fra il desiderio di verità e il timore di trovarsi intrappolato in un gioco molto più pericoloso di quanto avrebbe immaginato.
Metafiction e colpi di scena si intrecciano in un romanzo nel romanzo, dove il confine tra vittima e carnefice, autore e personaggio, si fa sottile come la lama di un coltello. Riuscirà Luigi Diamante a restare fuori dall’ombra della malvagità che ha deciso di raccontare, o diventerà egli stesso protagonista di un’orribile storia da cui non riuscirà più a staccarsi?
Disponibile anche in ebook
Maria Grazia –
Ho letto tutti i libri dell’autore e trovo che la sua ultima pubblicazione sia tra le più piacevoli e interessanti.
I capitoli sono brevi, le pagine, tra le quali serpeggia anche una sottile vena di ironia, scorrono come una sceneggiatura, rendendo la lettura distensiva e difficile da interrompere.
L’interesse, infatti, si mantiene su registri abbastanza alti, anche prima di entrare nel vivo del “giallo”, quando il coinvolgimento e la curiosità spingono ad una lettura via via più incalzante.
Il romanzo è un giallo connotato da tinte horror, che qui tuttavia non assumono quel risalto che caratterizza la più parte della produzione di Roberto Ricci.
Mentre non mancano certe note erotiche, un po’ trasgressive, a colorare e vivacizzare ancor più le pagine che avvicinano alla conclusione.
Un libro, dunque, non solo per gli amanti del “giallo”.
Ne consiglio vivamente la lettura.